A
CB sono parole nate quando la voce di Carmelo Bene si è spenta, nel
marzo scorso. Dei suoi amici, di coloro che con lui hanno pensato le
scene e le luci, le musiche e l'immagine della sua arte. Molti, che gli
sono stati vicini, mancano. Nel 2003, l'invito della fondazione
l'Immemoriale a pubblicare questi testi ne ha fatti nascere di nuovi,
cui si sono aggiunte, offerte dai fotografi, le immagini. A coloro che
hanno dato una diversa immagine di Carmelo Bene va il nostro
ringraziamento, e anche alla fondazione Romaeuropa, che ha accolto
l'idea di rendere sulla sua rivista un omaggio diverso a CB. Diverso
perché la maschera pubblica tanta ombra dava alla sua limpidissima
visione, alla sua lucente opera, alla sua voce struggente, a quel gusto
di vivere appartato fra l'edera, gli angeli di gesso del Bernini, i
broccati, gli argenti, i cristalli delle sue lunghe notti. Carmelo Bene
era turco come i tramonti sul Bosforo, senza cuore come chi lo ha
maciullato. Ma era anche amorevole, fedele, generoso. E tutto questo,
come ha scritto Jean-Paul Manganaro, di lui non si sa. Tutto questo è
deposto nelle parole che sceglieva, nella perfezione delle scene, nella
cura dei dettagli. In quella trama di letture, di conversazioni e di
ostinata ricerca che solo chi ha lavorato accanto a lui, chi lo ha
visto provare, chi con lui ha cenato o chi ha avuto la fortuna di
tacere quando non capiva, aspettando di capire, solo loro sanno e
possono dire. Carmelo non c'è più. Resta la sua casa. Restano
registrazioni, video, film, immagini, scritti, fotografie,
trasmissioni. Restano le sue cose, i bei libri letti e annotati, le
lampade con le perline, i quadri di Klossowski, i costumi, i velluti
doppi. Resta la sua idea del teatro, così in anticipo da non essere
ancora compresa. E resta ciò che ha lasciato a ciascuno, che torna
improvviso. Il fotografo Sandro Becchetti, dandomi la bella immagine di
CB che è in queste pagine, mi ha detto: "Sa perché Carmelo amava incondizionatamente le donne? Me lo disse quel giorno: Perché sono la cosa vivente più vicina alla morte". E
in Laforgue, in Gozzano, in Leopardi, in Majakowskij, in Dante, in
Shakespeare, in Collodi, in Camus, in Marlowe, in De Musset, in
Cervantes, in Benelli, in Prévost, in Hölderlin, in Stazio, in Jarry,
in Kleist, in Teofilo Folengo Carmelo Bene ha sempre cercato, nella
loro paura di morire, la sua ragione di vivere.
A C B, a Carmelo Bene, Editoria e Spettacolo
con interventi di
Jean-Paul
Manganaro, Camille Dumoulié, Antonio Attisani, Sandro
Lombardi, Romeo Castellucci, Achille Brugnini, Silvia
Pasello, Mauro Contini, Doriano Fasoli, Elisabetta
Sgarbi, Gaetano Giani-Luporini, Gioia Costa, Giancarlo
Dotto, Michela Martini, Sonia Bergamasco, Renato
Nicolini, Paolo Puppa, Piero Bellugi, Paolo Pelliccia,
Tiziano Fario, Franco Cuomo, Rino Maenza, Enzo Moscato,
Alfonso Santagata, Lisa Ferlazzo-Natoli, Davide Iodice,
Davide Riboli, Luca Buoncristiano, Enrico Ghezzi,
Maurizio Grande, Piergiorgio Giacchè
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